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Chiesa del Sacro Cuore, Bellinzona
Switzerland

Chiesa del Sacro Cuore


La chiesa e il convento del Sacro Cuore in via Varrone 12 a Bellinzona sono stati inaugurati il 23 novembre 1939. I Cappuccini della Svizzera Italiana incaricarono due giovani architetti Carlo e Rino Tami che progettarono il complesso, non dove i frati avevano indicato - nelle vicinanze della stazione Bellinzona-Mesocco - ma più a nord, dicendo che la città si sarebbe ben presto sviluppata in quella regione.
Per l'esterno fu impiegato il granito della Riviera, nell'interno il rivestimento è in mattoni cotti provenienti da Riva San Vitale, purtroppo tutti dello stesso colore. Un pittore li passò ad uno ad uno dando tinte diverse con un intruglio da lui inventato e mai rivelato. Questa soluzione dei mattoni a vista suscitò qualche polemica; ci fu chi scrisse sui giornali che era una chiesa non finita perché mancava l'intonaco.
Le polemiche si accesero per la Via Crucis di Guido Gonzato, pittore di Mendrisio, che dipinse le quattordici stazioni con dei riquadri sulle pareti stagliati in modo indipendente l'uno dall'altro: per eseguire questo lavoro chiese di essere ospitato in convento e di avere un muratore a sua disposizione quando l'estro lo convinceva a dipingere, quindi a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Ad opera finita ci furono delle entusiastiche approvazioni, ma anche delle critiche feroci. Lo stesso pittore doveva fare la pala finale, ma proprio per le polemiche suscitate dalla Via Crucis i frati non gliela commissionarono.
A Remo Rossi fu commissionato il grande crocefisso che doveva essere posto sull'altare, ma il suo modello di gesso abbronzato non trovò consensi: ci fu chi disse che assomigliava più ad una donna che non a Gesù. Perciò, sopra l'altare del Sacro Cuore fu messo un crocifisso di Ortisei.
Nel 1966, per soddisfare alle esigenze liturgiche dettate dal Concilio Vaticano Il, il presbiterio fu ristrutturato, e al posto del crocifisso d'Ortisei sulla parete di fondo, ora, si alternano dei drappi, secondo il tempo liturgico.
La bella facciata in granito con rosone non fu disegnata, ma le pietre furono collocate da operai specializzati secondo la loro intuizione. Sopra le arcate del portico i simboli marmorei dei quattro evangelisti sono opera di Remo Rossi.
Sul portale ligneo d'ingresso due formelle, scolpite da Pierino Selmoni, rappresentanti i santi Pietro e Paolo.
Nell'interno, da destra a sinistra: sotto la prima arcata, statua devozionale del Sacro Cuore. Sotto la seconda, bassorilievo della Madonna col Bambino, lavoro fiorentino della scuola dei Rossellino.
Sotto la terza, tela settecentesca di S. Francesco di ottima fattura italiana.
Nella lesena destra del presbiterio, dietro l'ambone (con la scritta PAROLA), tabernacolo barocco di ignoto autore tedesco.
Al centro altare e sedie lignee, a sinistra grande e bellissimo crocefisso del quattrocento, scultura probabilmente tedesca.
Accanto, pila marmorea quale battistero.
Scendendo nelle arcate di sinistra: sotto la prima, dietro la consolle dell'organo, quadro raffigurante il testo meditativo di San Nicolao della Flue.
Sotto la seconda arcata, icona russa rappresentante la risurrezione con la vita del Redentore.
Nell'ultima arcata statua lignea devozionale di S. Antonio da Padova .
Sopra il portone d'entrata le canne di un organo Balbiani collocate negli anni cinquanta.
Tutta la chiesa ispira alla preghiera e alla meditazione e, per la sua semplice bellezza, è iscritta nell'elenco dei monumenti protetti.

Fonte: Padre Callisto Calde/ari, Chiesa del Sacro Cuore di Bellinzona, pubblicato su Bellinzona informazioni 2002, Fontana Edizioni

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Copyright: Aurelio Ferrari
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Taken: 18/11/2020
Caricate: 13/05/2021
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